La metallografia dell’alluminio consiste nello studio e nell’analisi della microstruttura dell’alluminio e delle sue leghe, generalmente mediante osservazione al microscopio di campioni opportunamente lucidati e attaccati chimicamente. Questa procedura rappresenta una fase fondamentale nei test e nel controllo qualità dell’alluminio, in quanto permette di evidenziare dettagli quali dimensione dei grani, distribuzione delle fasi e la presenza di difetti o impurità microscopiche. La conoscenza approfondita della metallografia dell’alluminio consente all’industria di garantire che i materiali soddisfino gli standard richiesti in termini di resistenza, durabilità e prestazioni.
Per affrontare questi aspetti in modo efficace, questa pagina è suddivisa in due parti:
L’alluminio è un metallo leggero e argentato, noto per l’eccellente duttilità, la conducibilità termica ed elettrica e la resistenza naturale alla corrosione dovuta alla sottile pellicola di ossido che si forma sulla sua superficie. Tuttavia, l’alluminio puro (generalmente con una purezza superiore al 99%, identificato come serie 1xxx) è relativamente tenero e poco resistente; per questo motivo, viene solitamente legato ad altri elementi per formare leghe di alluminio. I principali elementi di lega sono rame, magnesio, silicio, zinco e manganese, ciascuno dei quali conferisce alle leghe proprietà specifiche, ad esempio:
Queste aggiunte di elementi di lega e i trattamenti termici (come la tempra T6) generano precipitati di rinforzo e modificano la struttura dei grani del metallo, aspetti che la metallografia dell’alluminio consente di evidenziare e analizzare.
Le leghe di alluminio ad alte prestazioni richiedono la metallografia per confermare l’indurimento per precipitazione, l’integrità del rivestimento e l’uniformità della dimensione dei grani. Leghe ad alta resistenza, come 2024 o 7075, vengono impiegate per strutture aeronautiche, ali e componenti spaziali grazie all’elevato rapporto resistenza/peso. La metallografia consente di verificare l’affinamento dei grani e la presenza di precipitati di rinforzo dopo i trattamenti termici. In seguito a operazioni di forgiatura o laminazione di una lega aerospaziale, l’analisi metallografica permette di assicurare la corretta tessitura fibrosa o il flusso dei grani nel componente. Inoltre, l’introduzione di nuove leghe alluminio-litio o di compositi avanzati viene validata tramite metallografia e tecniche di testing correlate, garantendo la conformità ai rigorosi standard aerospaziali.
Esempio: Nell’alluminio di qualità aeronautica, l’esame metallografico consente di verificare che la fase di precipitazione desiderata (ad esempio Al₂Cu nella serie 2xxx o MgZn₂ nella serie 7xxx) sia correttamente distribuita, indicando che la lega ha raggiunto le proprietà meccaniche richieste.
Impiegate in motori, ruote e componenti strutturali, le leghe di alluminio trovano largo utilizzo in motori, testate cilindri, carter trasmissioni, ruote e telai strutturali per ridurre il peso complessivo. Leghe speciali per alte temperature e leghe di alluminio da fusione (come le leghe Al-Si per getti) devono essere prive di porosità e presentare microstrutture raffinate per garantire la durata nel tempo.
La microstruttura di ruote in lega, blocchi motore, pistoni e pannelli per carrozzeria riveste particolare importanza. Una sezione metallografica di un blocco motore in alluminio pressofuso può mettere in evidenza porosità o cavità da ritiro che, se eccessive, possono causare cedimenti del componente. Nel settore dei veicoli elettrici e dei trasporti su rotaia (ad esempio treni ad alta velocità), dove l’alluminio è impiegato per strutture leggere, la metallografia consente di verificare che estrusi e getti presentino qualità costante.
Esempio: La verifica che le particelle di silicio in una lega Al-Si siano fini e uniformemente modificate — risultato ottenuto spesso mediante l’aggiunta di modificanti come lo stronzio durante la fusione — è fondamentale. Inoltre, in questo ambito l’analisi dell’alluminio può includere prove di durezza sui componenti del motore (per verificare la corretta esecuzione dei trattamenti termici) insieme all’esame microstrutturale.
L’alluminio stampato in 3D presenta microstrutture peculiari, come grani cellulari molto fini e confini tra le vasche di fusione. Un’applicazione in forte espansione è l’impiego di leghe di alluminio nella manifattura additiva. I componenti in alluminio realizzati tramite stampa 3D (spesso a partire da polveri di leghe come AlSi10Mg) possono mostrare microstrutture uniche, dovute alla rapida solidificazione, tra cui grani cellulari estremamente fini e confini ben distinti tra le aree di fusione. La metallografia assume un ruolo centrale in questo ambito emergente, permettendo di esaminare la qualità dei legami tra gli strati, la porosità e le caratteristiche microstrutturali dei pezzi stampati.
Nelle leghe Al-Li e nei dissipatori di calore in alluminio, la metallografia è fondamentale per verificare l’omogeneità e la qualità dei legami. In alcune applicazioni per la difesa, le leghe di alluminio vengono impiegate in veicoli blindati o involucri ad alta resistenza e leggerezza. Leghe speciali contenenti litio (leghe Al-Li) sono state sviluppate per ridurre ulteriormente il peso in ambito aerospaziale e militare; queste leghe richiedono un’accurata analisi metallografica per accertare la presenza e la distribuzione uniforme delle nuove fasi, come i precipitati Al₃Li. In tutti questi settori, la metallografia dell’alluminio costituisce un collegamento essenziale tra scienza dei materiali e ingegneria applicata, consentendo agli ingegneri di “leggere” la storia interna di un componente — sia per confermare il successo di un processo produttivo, sia per diagnosticare un’insufficiente prestazione.
È importante sottolineare che la metallografia è spesso affiancata da altre prove (meccaniche, analisi chimiche, ecc.), ma rappresenta la principale evidenza visiva della struttura del materiale, non accessibile tramite altri metodi. Molte aziende dispongono di laboratori interni o si avvalgono di laboratori specializzati per eseguire analisi metallografiche su campioni di alluminio nell’ambito delle procedure di assicurazione qualità.
Per ridurre al minimo i danni, è preferibile utilizzare mole abrasive da taglio progettate per metalli non ferrosi con un adeguato raffreddamento.
L'inglobamento a caldo con resina fenolica è un processo standard; l'inglobamento a freddo con resina epossidica viene utilizzato per campioni delicati o sensibili al calore.
Carta abrasiva al carburo di silicio e sospensioni diamantate, utilizzate in sequenza dalla grana più grossa alla più fine, consentono di preparare il campione fino a ottenere una finitura a specchio.
Il materiale viene caratterizzato mediante, ad esempio, prove di durezza o analisi al microscopio.
L’alluminio trova applicazione in quasi tutti i settori dell’economia e della vita moderna. Secondo le statistiche più recenti, la produzione globale di alluminio primario è quasi raddoppiata nell’ultimo decennio, rappresentando un incremento senza precedenti per un materiale industriale. Tale sviluppo è attribuibile alle caratteristiche distintive dell’alluminio, come il basso peso specifico — pari a circa un terzo di quello dell’acciaio — che lo rende particolarmente interessante per la realizzazione di strutture leggere a risparmio energetico. Un ulteriore vantaggio risiede nell’ampia varietà di processi produttivi applicabili alle leghe di alluminio, tra cui fusione, formatura, estrusione e forgiatura.
Le possibilità di lavorazione sono altrettanto versatili: lavorazioni meccaniche, imbutitura profonda, stiratura, piegatura e tranciatura consentono di adattare l’alluminio a molteplici esigenze applicative. L’alluminio e le sue leghe presentano un’eccellente resistenza alla corrosione, ulteriormente migliorabile tramite anodizzazione e diverse tecniche di rivestimento. Questi materiali offrono un ampio intervallo di resistenze meccaniche, da 70 a 800 MPa. Inoltre, l’alluminio è atossico, caratteristica che ne favorisce l’impiego negli imballaggi alimentari, e presenta sia un’elevata conducibilità elettrica sia un’ottima conducibilità termica.
Controllo qualità: La metallografia è fondamentale nei processi di controllo qualità per individuare difetti quali porosità, segregazioni, cricche o formazione impropria di fasi che potrebbero compromettere le prestazioni del materiale.
Ottimizzazione dei processi: Attraverso l’analisi degli effetti dei diversi processi di lavorazione (ad esempio, fusione, laminazione, trattamenti termici) sull’alluminio, la metallografia consente di ottimizzare i parametri produttivi per ottenere le proprietà meccaniche e fisiche desiderate.
Analisi delle rotture In caso di cedimento del materiale, l’esame metallografico offre informazioni sui meccanismi di rottura — come fatica, corrosione o fragilizzazione — supportando l’analisi delle cause alla radice.
Ricerca e Sviluppo: Gli studi metallografici contribuiscono allo sviluppo di nuove leghe di alluminio e tecniche di lavorazione, facilitando la correlazione tra composizione, processi, microstruttura e proprietà. Data la morbidezza e duttilità dell’alluminio, è necessaria una preparazione estremamente accurata per evitare l’introduzione di artefatti — quali graffi, strisciamenti o deformazioni — che potrebbero mascherare o alterare le reali caratteristiche microstrutturali.
Nella sezione seguente verranno illustrati gli aspetti più rilevanti della preparazione metallografica dell’alluminio e delle sue leghe.
Il taglio dell’alluminio puro e delle sue leghe rappresenta una sfida a causa della morbidezza di questo materiale. I dischi da taglio più idonei per tali applicazioni sono quelli dotati di particelle abrasive in carburo di silicio (SiC). In particolare, i dischi da taglio con carburo di silicio e un legante più duro garantiscono i risultati migliori. Poiché il carburo di silicio presenta una durezza inferiore rispetto all’ossido di alluminio, questi dischi rappresentano la scelta ottimale per il taglio di materiali teneri come l’alluminio puro.
I campioni di alluminio possono essere inglobati tramite inglobamento a caldo, a freddo o con tecniche di polimerizzazione UV. Per i campioni sensibili alla temperatura o alla pressione, come quelli verniciati, sottili o rivestiti, si raccomanda l’inglobamento a freddo o la polimerizzazione UV per evitare possibili danni. L’inglobamento UV rappresenta il metodo più rapido per i campioni di alluminio puro quando la ritenzione dei bordi non è un requisito fondamentale.
Dispositivo | Consumabile | Tempo di indurimento | Stampo | |
QMOUNT | Qprep UV 50 | 1 min. | QMOULD clear, ø 40 mm |
Consumabile | Rapporto di miscelazione / Volume | Tempo di indurimento | Stampo | Attrezzatura aggiuntiva |
KEM 20 | Polvere : Liquido 2 : 1 | 15 min. | QMOULD clear/white Ø 40 mm |
Bicchiere di miscelazione
Cucchiaio di miscelazione Stick di miscelazione Unità di pressione 95016569 |
Notes | ||||
Per ottenere una trasparenza ottimale, il processo completo di indurimento deve essere effettuato nell’unità di pressione 95016569. |
Consumabile | Rapporto di miscelazione / Peso | Tempo di indurimento | Stampo | Attrezzatura aggiuntiva |
Qpox 92 | Resina : indurente 20 g : 4,6 g | 8 Ore | PP, Ø 40 mm |
Bicchiere di miscelazione
Bilancia Stick di miscelazione Unità di infiltrazione M6500001 |
Notes | ||||
Il processo di inglobamento con Qpox 92 deve essere eseguito sotto vuoto. A tale scopo, utilizzare l’unità di infiltrazione. |
Dispositivo | Consumabile | Tempo di riscaldamento | Temperatura | Pressione | Tempo di raffreddamento |
QPRESS 40 | Bakelite black | 4:45 min. | 200 °C | 250 bar | 3:30 min. |
Materiale d’apporto o consumabili aggiuntivi | Potenza termica | Modalità di pressione | Potenza di raffreddamento | Pistone con ø 40 mm | |
- | 100 % | Modalità a 1 livello | 100 % | ||
Note | |||||
Sbavare e pulire i campioni prima dell’inglobamento. |
Per qualsiasi ulteriore richiesta, non esitare a contattarci tramite il nostro form di contatto. Siamo sempre a disposizione per aiutarti a trovare la soluzione migliore per le tue esigenze di preparazione metallografica dei campioni.
L’alluminio puro è un metallo leggero con una densità di circa 2,7 g/cm³ e un punto di fusione di 660°C. Se la purezza dell’alluminio supera il 99%, viene classificato come alluminio puro. La sua struttura cristallografica è cubica a facce centrate (FCC). Si distingue per l’aspetto brillante e argenteo e per l’eccellente resistenza alla corrosione, dovuta alla rapida formazione di uno strato protettivo di ossido stabile sulla superficie. L’alluminio puro è altamente duttile e malleabile, il che consente di trafilare fili o laminare fogli sottili. Presenta una resistenza a trazione relativamente bassa nella sua forma pura (circa 90 MPa in stato ricotto), ma può essere notevolmente rafforzato tramite legatura o incrudimento a freddo. L’alluminio puro è anche un eccellente conduttore di calore ed elettricità, è non magnetico e non tossico. Nel gruppo delle leghe da lavorazione plastica, il gruppo 1xxx rappresenta l’alluminio puro, come EN AW 1050A. L’alluminio puro viene generalmente utilizzato in applicazioni non portanti, tra cui la produzione di cavi, lattine, componenti elettronici, fogli, fili, articoli per la casa e materiali da imballaggio.
Tra i vari consumabili disponibili, la carta al carburo di silicio (SiC) è la scelta più indicata per la preparazione di campioni di alluminio puro. A causa della naturale morbidezza dell’alluminio puro, il materiale è molto suscettibile a deformazioni durante la preparazione. L’utilizzo di consumabili aggressivi, come i dischi diamantati per la pre-levigatura, può introdurre artefatti e compromettere l’integrità microstrutturale del campione. Se il sezionamento è stato eseguito correttamente, la pre-levigatura iniziale può essere effettuata con carta SiC di grana P600, seguita da una seconda fase con carta SiC di grana P1200; dopo circa due minuti di pre-levigatura, il campione è pronto per la fase di lucidatura.
Per la lucidatura dell’alluminio puro si raccomanda l’utilizzo di panni morbidi, al fine di minimizzare la deformazione superficiale. Il panno Sigma, in seta di media durezza, è adatto per le prime fasi di lucidatura. Per la lucidatura a 1 µm si consiglia il panno Zeta, sintetico morbido a pelo corto. Per la lucidatura finale è preferibile il panno OMEGA, sintetico morbido e resistente agli agenti chimici. La sequenza completa delle fasi di pre-levigatura e lucidatura è riassunta nella tabella.
L’obiettivo dell’attacco chimico su campioni di alluminio puro è quello di mettere selettivamente in evidenza le caratteristiche microstrutturali, come i bordi dei grani, la dimensione dei grani e le eventuali impurità, che altrimenti risulterebbero indistinguibili nello stato lucidato e non attaccato. L’attacco chimico aumenta il contrasto tra le diverse componenti microstrutturali attaccando in modo preferenziale specifiche aree del campione, consentendo così un’analisi dettagliata di dimensione, forma e distribuzione dei grani tramite microscopia ottica o elettronica. Questo processo è fondamentale per un’analisi metallografica accurata e per la caratterizzazione dell’alluminio puro. Esistono principalmente due processi per attaccare chimicamente i campioni di alluminio puro. Il primo è il metodo tradizionale di immersione nell’attaccante, per il quale è possibile utilizzare l’idrossido di sodio fornito da QATM. Il secondo metodo è l’attacco elettrolitico. L’attacco elettrolitico dell’alluminio puro è una tecnica metallografica che consente di evidenziare la microstruttura applicando una corrente elettrica in una soluzione elettrolitica appropriata. Durante il processo, il campione di alluminio agisce come anodo e si verifica una dissoluzione selettiva in corrispondenza dei bordi dei grani e di altre caratteristiche microstrutturali. Questa tecnica permette un attacco controllato e uniforme, riducendo al minimo i danni meccanici e migliorando la visibilità dei dettagli più fini, come bordi dei grani e inclusioni. L’attacco elettrolitico risulta particolarmente efficace per l’alluminio puro grazie alla sua morbidezza e alla tendenza a deformarsi durante la lucidatura meccanica, assicurando osservazioni microstrutturali più chiare e riproducibili.
QETCH 1000 è un dispositivo completamente automatico per la lucidatura e l’attacco elettrolitico, dotato di un’interfaccia intuitiva con touch screen. L’unità di lucidatura e attacco è separata dall’unità di controllo, consentendo così l’utilizzo della QETCH 1000 anche all’interno di una cappa aspirante da laboratorio. La funzione di scansione visualizza in tempo reale la curva di tensione del materiale, permettendo di ottenere rapidamente risultati di lucidatura senza alterazioni strutturali. La gestione dell’unità di lucidatura e attacco è stata notevolmente semplificata grazie ai serbatoi elettrolitici intercambiabili da 1 litro. È possibile sostituire facilmente diversi elettroliti e conservarli in modo sicuro grazie al coperchio. La pulizia dell’unità avviene tramite un apposito programma di lavaggio con acqua.
Il sistema di classificazione utilizzato a livello internazionale distingue tra leghe da lavorazione plastica [DIN EN 573] e leghe da fonderia [DIN EN 1780]. Le leghe da lavorazione plastica sono leghe di alluminio che vengono colate in lingotti o nastri mediante colata continua e sono utilizzate esclusivamente per la produzione di prodotti laminati, estrusi e trafilati. Al contrario, le leghe da fonderia vengono impiegate esclusivamente per la realizzazione di getti sagomati, grazie alle loro migliori proprietà di riempimento dello stampo e alla resistenza alla fessurazione a caldo.
La designazione standard delle leghe di alluminio si basa sul seguente sistema:
Gruppo | Tipo di lega | Esempio | Induribilità |
1XXX | Alluminio puro |
EN AW-1050A EN AW-1070A |
Non induribile |
2XXX | AlCu |
EN AW-2219 EN AW-2024 |
Induribile |
3XXX | AlMn |
EN AW-3105 EN AW-3003 |
Non induribile | 4XXX | Al Si |
EN AW-4032 EN AW-4046 |
Non induribile | 5XXX | Al Mg |
EN AW-5005 EN AW-5182 |
Non induribile | 6XXX | Al MgSi |
EN AW-6061 EN AW-6082 |
Induribile | 7XXX | Al ZnMg |
EN AW-7075 EN AW-7020 |
Induribile | 8XXX | Altri |
EN AW-8006 EN AW-8011A |
Non induribile | 9XXX | Da non usare |
- | - |
Le analisi metallografiche più importanti per le leghe di alluminio da lavorazione plastica includono:
Le analisi metallografiche più importanti per le leghe di alluminio da lavorazione plastica includono:
Misurazione della dimensione dei grani: Determinare la dimensione dei grani fornisce indicazioni sulle proprietà meccaniche della lega, come resistenza e duttilità, ed è fondamentale per il controllo qualità e l’ottimizzazione dei processi.
AsValutazione delle particelle di seconda fase e delle inclusioni: L’identificazione e la caratterizzazione delle fasi intermetalliche, dei precipitati e delle inclusioni non metalliche consentono di valutare la purezza della lega, le prestazioni meccaniche e la resistenza alla corrosione.
Esame della microstruttura e della texture: L’osservazione della distribuzione, dimensione e orientazione dei grani e delle fasi fornisce informazioni sui processi di deformazione, sulla ricristallizzazione e sugli effetti dei trattamenti termomeccanici.
Valutazione delle caratteristiche dei bordi di grano: L’analisi dei tipi e della distribuzione dei bordi di grano aiuta a comprendere la suscettibilità della lega a fenomeni come la corrosione intergranulare e la fessurazione.
Rilevamento dei difetti: L’identificazione di difetti di colata o di lavorazione, come porosità, cricche o segregazioni, è fondamentale per garantire l’integrità e le prestazioni della lega da lavorazione plastica.
Analisi degli strati e dei rivestimenti: Nelle leghe rivestite o sottoposte a trattamenti superficiali, la metallografia viene utilizzata per valutare lo spessore, l’adesione e l’uniformità dei rivestimenti.
Inoltre, l’intervallo di resistenza delle diverse leghe di alluminio da lavorazione plastica è riportato nelle tabelle sottostanti:
Serie della lega | Composizione della lega | Metodo di indurimento | Intervallo di resistenza a trazione (MPa) | Intervallo di resistenza a trazione (ksi) |
1XXX | Al |
Lavorazione a freddo | 70-175 | 10-25 |
2XXX | Al-Cu-Mg (1-2.5 % Cu) Al-Cu-Mg-Si (3-6% Cu) |
Trattamento termico Trattamento termico |
170-310 380-520 |
25-45 55-75 |
3XXX | Al-Mn-Mg | Lavorazione a freddo |
140-280 | 20-40 | 4XXX | Al Si | Lavorazione a freddo + trattamento termico | 105-350 | 15-50 | 5XXX | Al-Mg(1-2.5% Mg) Al-Mg-Mn (3-6% Mg) |
Lavorazione a freddo
Lavorazione a freddo |
140-280 280-380 |
20-40 40-55 |
6XXX | Al-Mg-Si | Trattamento termico | 150-380 | 22-55 | 7XXX | Al-Zn-Mg Al-Zn-Mg-Cu |
Trattamento termico | 380-520 520-620 |
55-75 75-90 |
8XXX | Al-Li-Cu-Mg | Trattamento termico | 280-560 | 40-80 |
La norma DIN EN 1780 regola la classificazione dei getti e delle leghe da fonderia:2002 (l’associazione americana dell’alluminio, AA, adotta un diverso sistema di classificazione), che utilizza un sistema di designazione a cinque cifre come descritto di seguito.
La prima cifra indica l’elemento principale di lega.
Gruppo | Tipo di lega |
1XXX | Alluminio puro |
2XXX | Rame |
3XXX | - | 4XXX | Silicone | 5XXX | Magnesio | 6XXX | - | 7XXX | Zinco | 8XXX | Stagno | 9XXX | Lega madre |
La seconda cifra indica il tipo di lega.
Tipo di lega | Elementi principali | Esempio | Induribilità (MPa) |
21XXX | Al Cu |
EN AC-21100 | Induribile |
411XXX | Al SiMgTi |
EN AC-41000 | Induribile |
42XXX | Al Si7Mg | EN AC-42200 | Induribile | 43XXX | Al Si10Mg | EN AC-43200 | Induribile | 44XXX | Al Si | EN AC-44000 | Non induribile | 45XXX | Al Si5Cu | EN AC-45000 | Parzialmente induribile | 47XXX | Al Si (Cu) | EN AC-47000 | Non induribile | 48XXX | Al SiCuNiMg | EN AC-48000 | Non induribile | 51XXX | Al Mg | EN AC-51100 | Non induribile | 71XXX | Al ZnMg | EN AC-71100 | Induribile |
Designazione dello stato metallurgico | Significato |
F | Stato grezzo di fusione |
T1 | Raffreddamento controllato dopo la colata e invecchiamento naturale | T4 | Trattato in soluzione e invecchiato naturalmente | T5 | Trattato per distensione | T6 | Trattato in soluzione e invecchiato artificialmente | T64 | Trattato in soluzione e non completamente invecchiato artificialmente (in fase di sottoinvecchiamento) | T7 | Trattato in soluzione e sovra-indurito (invecchiato artificialmente, stato stabilizzato) | 0 | Ricottura delicata |
Proprietà | Valore (unità) |
Numero di ordine | 13 |
Peso atomico (massa atomica relativa) | 26,9815385 (g/mol) | Struttura atomica | FCC | Costante di reticolo | 0.40496 (Nm) | Raggio atomico | 0.1431 (Nm) | Densità | 2.6989 × 10-9 (kg/m3) | Modulo di elasticità | 66.6 (kN/mm2) | Modulo di taglio | 25.0 (kN/mm2) | Coefficiente di Poisson (ν) | 0.35 | Conducibilità termica | 235 (W/m · K) | Temperatura di fusione | 660.2 (°C) | Entalpia di fusione | 390 (kJ/kg) | Temperatura di ebollizione | 2470 (°C) | Entalpia di vaporizzazione | 11.4 (MJ/kg) | Capacità termica specifica (cp) | 31 (MJ/kg) | Conducibilità elettrica | 37.67 (m/Ω · mm2) | Resistenza elettrica specifica | 26.55 (nΩ m) |
Tra i vari consumabili disponibili, la carta al carburo di silicio (SiC) rappresenta la scelta più idonea per la preparazione di campioni di alluminio puro. A causa della naturale morbidezza dell’alluminio puro, il materiale è molto suscettibile a deformazioni durante la preparazione dei campioni. L’utilizzo di consumabili aggressivi, come i dischi diamantati per la pre-levigatura, può introdurre artefatti di preparazione e compromettere l’integrità microstrutturale del campione. Se il sezionamento è stato eseguito correttamente, la pre-levigatura iniziale può essere effettuata con carta SiC di grana P600. Si prosegue poi con una seconda fase di pre-levigatura utilizzando carta SiC di grana P1200; dopo circa due minuti di pre-levigatura, il campione è pronto per la fase di lucidatura. Per la lucidatura dell’alluminio puro, si raccomanda l’utilizzo di panni morbidi, in modo da minimizzare la deformazione superficiale. Il panno Sigma, in seta di durezza media, è indicato per le fasi iniziali di lucidatura. Nella fase di lucidatura a 1 µm si consiglia il panno Zeta, un panno sintetico morbido a pelo corto. Per la lucidatura finale è preferibile utilizzare il panno OMEGA, un panno sintetico morbido e resistente agli agenti chimici. La sequenza completa delle fasi di pre-levigatura e lucidatura è riassunta nella tabella.
La metallografia dell’alluminio consiste nella preparazione di un campione di alluminio o di una sua lega (mediante taglio, inglobamento, levigatura, lucidatura e attacco chimico) e nella successiva osservazione al microscopio per studiarne la microstruttura. Questo processo permette di analizzare caratteristiche come dimensione dei grani, fasi presenti, distribuzione degli elementi di lega ed eventuali difetti. Queste informazioni sono fondamentali poiché la microstruttura dell’alluminio influisce direttamente sulle sue proprietà (resistenza, duttilità, resistenza alla corrosione, ecc.). Ad esempio, tramite l’analisi metallografica è possibile verificare l’esecuzione corretta di un trattamento termico, osservando la presenza di precipitati di rinforzo. La metallografia viene ampiamente utilizzata per il controllo qualità, al fine di assicurare che i materiali rispettino le specifiche richieste, e per la Failure Analysis, al fine di identificare le cause di eventuali cedimenti a livello microscopico.
I principi fondamentali sono analoghi (preparazione di un campione lucidato e attacco chimico), ma la metallografia dell’alluminio presenta sfide e tecniche specifiche rispetto a quella dell’acciaio. L’alluminio, essendo più tenero della maggior parte degli acciai, è maggiormente soggetto a graffi e deformazioni meccaniche durante la preparazione, richiedendo quindi passaggi di levigatura più fini e una lucidatura particolarmente delicata. Inoltre, l’alluminio forma immediatamente uno strato di ossido che può complicare l’attacco chimico, mentre gli acciai non sviluppano tipicamente una pellicola ossidica così rapida dopo la lucidatura. I reattivi per l’attacco dell’alluminio sono diversi (ad esempio, il reattivo di Keller per l’alluminio contro il nital per l’acciaio) e spesso più aggressivi dal punto di vista chimico proprio a causa della presenza dell’ossido.
Dal punto di vista microstrutturale, le leghe di alluminio non presentano le tipiche fasi ferro-carbonio (ferrite/perlite) osservabili negli acciai; si riscontrano invece composti intermetallici o precipitati differenti a seconda della lega analizzata. In sintesi, sebbene l’obiettivo della metallografia sia analogo per tutti i metalli (rivelare la microstruttura), i consumabili, i reattivi di attacco e le strutture risultanti per l’alluminio sono specifici e richiedono procedure dedicate.
Oltre all’esame metallografico, il testing dell’alluminio può includere numerose prove meccaniche e analisi chimiche. Tra le prove meccaniche più comuni vi sono la prova di durezza (ad esempio tramite durometro Vickers, per valutare la resistenza all’indentazione), la prova di trazione (per misurare il carico di snervamento, il carico di rottura e l’allungamento) e la prova d’urto (per valutare la tenacità). La durezza viene spesso determinata sullo stesso campione preparato per la metallografia, in particolare mediante indentazioni di microdurezza che consentono di correlare i valori di durezza alle caratteristiche microstrutturali.
L’analisi chimica, eseguita tramite tecniche spettroscopiche, rappresenta un ulteriore aspetto fondamentale per la verifica della composizione delle leghe. In applicazioni come quelle marine o aerospaziali, vengono inoltre effettuate prove di corrosione esponendo i campioni di alluminio a nebbia salina o umidità per valutare l’efficacia dei rivestimenti protettivi o la resistenza della lega. Le prove di fatica e di creep sono test più specialistici, destinati all’alluminio impiegato in ambienti sottoposti a elevate sollecitazioni. In sintesi, la metallografia fornisce una valutazione visiva interna, mentre le altre prove misurano le caratteristiche prestazionali; insieme, permettono una comprensione completa della qualità e dell’idoneità di un materiale in alluminio.
Nella metallografia dell’alluminio vengono impiegati diversi reattivi chimici, selezionati in base al tipo di lega e alle caratteristiche microstrutturali che si desidera mettere in evidenza. Il reattivo universale più diffuso è il reattivo di Keller, costituito tipicamente da acido nitrico, acido cloridrico, acido fluoridrico e acqua in proporzioni definite; esso è efficace per la maggior parte delle leghe di alluminio, sia da lavorazione plastica che da fusione, e consente di evidenziare i bordi dei grani e le seconde fasi. Il reattivo di Kroll (una miscela di acidi nata originariamente per il titanio) può essere adattato per alcune leghe di alluminio, in particolare per quelle contenenti rame, come le leghe alluminio-rame.
Il reattivo di Weck viene impiegato per attacchi colorati: dopo l’attacco e l’osservazione in luce polarizzata, consente di visualizzare contrasti cromatici nella microstruttura, utili per distinguere i costituenti o per evidenziare la struttura dei grani in alcune leghe di alluminio.
Un’altra tecnica è rappresentata dal reattivo di Barker, che non viene applicato tramite semplice immersione, ma mediante un processo di anodizzazione elettrolitica. Questo metodo mette in evidenza la struttura dei grani in osservazione con luce polarizzata e viene spesso utilizzato per la misura precisa della dimensione dei grani nell’alluminio.
Esistono inoltre reattivi alcalini (come le soluzioni di idrossido di sodio) utilizzati per pre-attaccare l’alluminio e mettere in risalto fenomeni di segregazione o per evidenziare particelle, anche se devono essere impiegati con cautela per evitare un eccessivo attacco della matrice. La scelta del reattivo dipende dal tipo di informazione desiderata: spesso il metallografo sperimenta più reattivi su campioni diversi o esegue attacchi sequenziali (attacco, osservazione, rilucidatura e nuovo attacco con un altro reattivo) per ottenere una visione completa della microstruttura dell’alluminio.
La prova di durezza integra la metallografia fornendo dati quantitativi sulle proprietà meccaniche del materiale, che possono essere correlati alle caratteristiche microstrutturali osservate. Nelle leghe di alluminio, la durezza è spesso un indicatore della resistenza meccanica: ad esempio, una lega di alluminio trattata termicamente che ha sviluppato una fitta rete di precipitati fini presenterà generalmente un valore di durezza elevato. In pratica, dopo la preparazione di un campione metallografico, il metallografo può eseguire una serie di indentazioni di microdurezza in diverse aree di interesse — ad esempio lungo una saldatura, dal metallo di apporto, attraverso la zona termicamente alterata, fino al metallo base — per osservare come varia la durezza. Analizzando la microstruttura nelle aree delle impronte, è possibile comprendere le ragioni delle differenze di durezza (ad esempio, una zona più dura potrebbe presentare grani più fini o un maggior numero di precipitati di rinforzo).
La prova di durezza è relativamente rapida e può essere eseguita sullo stesso piccolo campione, rappresentando quindi un modo pratico per integrare l’analisi metallografica con dati numerici. In ambiente produttivo, i controlli di durezza su componenti in alluminio costituiscono una rapida verifica di qualità; qualora i valori riscontrati siano anomali, la metallografia può essere utilizzata per indagare la causa (ad esempio, una durezza insolitamente bassa può indurre a verificare al microscopio se i precipitati si sono dissolti, indicando una sovratemperatura). In sintesi, la combinazione di prova di durezza e metallografia fornisce un quadro completo: una tecnica risponde alla domanda “quanto è duro o resistente?”, l’altra spiega “perché possiede quella durezza” rivelando la struttura sottostante.
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